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giovedì 6 novembre 2008

UNA NOTIZIA DA SOTTOLINEARE

Seminario di educazione alla legalità all’istituto Mattarella
“Giù la maschera. Conoscere la mafia. Imparare l’antimafia”. E’ questo il tema del seminario di educazione alla legalità che si terrà sabato 8 Novembre 2008, alle ore 9.30, presso l’aula magna dell’istituto superiore “Piersanti Mattarella” (via Fleming, 19). Il Seminario, promosso dall’amministrazione comunale di Castellammare del Golfo, guidata dal sindaco Marzio Bresciani, sarà moderato dal consigliere comunale Alessandra D’aguanno, ideatrice dell’incontro. Dopo il saluto di benvenuto ai partecipanti da parte del sindaco Marzio Bresciani, dell’Assessore alla cultura Daniela Di Benedetto, e del dirigente scolastico dell’istituto Mattarella Vincenza Caleca, relazioneranno Lucia Ievolella, dirigente dell’istituto alberghiero “Cascino” di Palermo, Giuseppe Linares, capo della squadra mobile di Trapani, Vincenzo Conticello, imprenditore di Palermo e l’onorevole Livio Marrocco, vicepresidente della commissione antimafia all’Ars. Lo scopo del seminario è così riassunto dagli amministratori del Comue di Castellammare del Golfo: «Mafia e antimafia sono parole note a tutti ma, purtoppo, tendono facilmente a svuotarsi di significato, ad apparire lontane dalla realtà di tutti i giorni. E’ necessario, perciò, mettere continuamente a fuoco il fenomeno mafioso nella sua concretezza, smascherandolo mentre tenta di celarsi tra le pieghe della società in cui viviamo e di condizionare, spesso senza che ce ne rendiamo conto, il nostro futuro. Questo significa che dobbiamo toglierci la comoda maschera dell’indifferenza, e ricordare che l’antimafia, per essere efficace, deve essere consapevole, concreta e condivisa. L’antimafia non è un mestiere e neppure una missione; è un modo di pensare, di agire e di interagire, che riguarda tutti, anche se in modo diverso: è il rispetto delle regole e della legalità, è la capacità di discernere e difendere il bene, talvolta anche a costo della vita. E’ un’educazione e, come tale, non ha bisogno di proclami ma di esempi. Se veramente vogliamo distruggere la mafia, iniziamo col distruggere il mafioso che è in noi, che si chiama orgoglio, indifferenza, prepotenza, ignoranza, cattiveria…”.

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